mercoledì 27 giugno 2012

Come può uno scoglio arginare il mare?


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Recentemente ho letto sul quotidiano "Il Piccolo" l'articolo riguardante le future normative riguardanti l'ordine publico del centro città del comune di Monfalcone. Divieti di vendita di alcoolici per asporto (bottiglie di vetro ma anche lattine) dopo le 21 se non sbaglio, multe salatissime per chi dovesse essere pizzicato a farsi una birra (cit. alcoolici di qualsiasi gradazione) per strada. Tutto permesso invece se la bevenda viene consumata all'interno di un bar. Forse sarò l'unico ma io  in queste direttive ci vedo il crollo definitivo della ragione, o se non altro il crollo definitivo di una classe dirigente. Certamente tendo ad ingigantire il problema ma ho ragione di credere che i principi di fondo che sottostanno a  certe decisioni siano poi generalmente trasferibili e trasferiti ad altro tipo di decisioni. Nell'articolo si legge che una delle motivazioni principali di questo modus operandi sia la, sempre più preoccupante, questione della sporcizia (in particolare lattine e bottiglie vuote) lasciata da abituali consumatori negli spazi pubblici cittadini. Niente di più bello, niente di più giusto. Quale sia il nesso logico però, io proprio non lo capisco. Ci sono delle persone che commettono delle mancanze nei confronti della legge e soprattutto degl'altri cittadini sporcando luoghi pubblici; spesso queste persone sono abituali bevitori low cost e lo sporco che effettivamente si lasciano dietro spesso consiste in bottiglie e lattine. La conclusione naturale di questo discorso sarebbe una bella normativa che vieta di sporcare gli spazi pubblici (ovviamente una normativa del genere esisterà già) e che minaccia di sanzionare in modo pesante chi non rispetta questo divieto. E invece no. Nonostante sia evidente che l'impiego di forze dell'ordine sarebbe lo stesso, si decide per un altra via d'intervento: multa per chi, semplicemente, beve una birra in bottiglia al di fuori di un bar. Una persona non può andare nel suo bel negozietto di alimentari, prendere una birretta fresca dal frigorifero e sorseggiarla passeggiando tranquillamente per le vie del centro in una bella serata estiva. Perchè? Per colpa di pochi, a quanto pare, devono pagare tutti. Questa , a mio parere, non è una mossa intelligente in un comune con grosse tensioni sociali in cui l'equilibrio tra le parti e generale è spesso al limite del collasso. Qualcuno tra i coloro che hanno operato queste decisioni potrebbe persino rigirare la questione su una prospettiva etica e salutista. Il problema dell'alcoolismo è una piaga della nostra società e va combattuto. Di nuovo, nulla di più bello, nulla di più giusto. Il problema però è che tutto questo discorso non vale se si considera invece che, allo stesso tempo, una persona può in qualsiasi momento della serata chiudersi in un bar e bere quante birre vuole. Si potrebbe allora dire che è un problema di tipo economico: i negozietti di alimentari in centro restano aperti fino a tardi e , intelligentemente, la gente pensa bene di andare a prendersi la birra in questi negozietti piuttosto che farlo in un bar dove, inspiegabilmente, costa tre o quattro volte di più. Uno potrebbe pensare così ma questo, dal mio punto di vista, consisterebbe in un favoreggiamento da parte della giunta ad un certo tipo di attività a discapito di altre (che tralaltro spesso si differenziano dalle prime anche per l'etnia della gestione) ma questo sarebbe incredibilmente ingiusto e io non voglio credere che il nostro sindaco e il nostro consiglio possano anche solo pensare una cosa del genere  soprattutto , come già sottilineato, vista la particolare situazione della nostra cittadina. Tento di dare una mia spiegazione allora, ben sapendo che si basa su mie considerazioni personali che sicuramente mancano della preparazione adeguata per essere espresse.
In Italia le questioni riguardanti l'ordine pubblico o la salute dei cittadini hanno sempre un notevole impatto sull'opinione pubblica (chiedo scusa per la ripetizione) e di conseguenza sono di notevole interesse per le giunte comunali. Da sempre però l'applicazione compulsiva di questo tipo di direttive, con un numero sempre maggiore di zeri nelle sanzioni e con minacce sempre più severe per i contravventori, si risolve con un nulla di fatto se non con la percezione della necessità di una direttiva ancora più "forte" per risolvere il problema. Il circolo vizioso è evidente. Il risultati anche. L'abuso di alcool cresce a vista d'occhio e a farne uso sono ragazzi sempre più giovani, e la stesso vale per le droghe. Chi vuole, nonostante i risultati a cui hanno portato, continuare ad insistere su una politica repressiva e proibizionista ha per conto mio altre ragioni per la testa rispetto alla salute e al benessere della gente. La politica sembra essere in una costante crisi narcisistica che le impone di ottenere risultati quantificabili in posizioni scalate in squallide classifiche tra comuni e percentuali nei sondaggi. La salute e il benessere della gente non centrano nulla. Vogliono il centro pulito e che nessuno che dia fastidio a chi potrebbe poi fare una segnalazione in municipio. Nessuno ha il coraggio di affrontare il problema principale. Nessuno si chiede per quale motivo la gente senta la necessità di bere o di farsi, per quale motivo lo facciano i ragazzi. Continuare a fare multe e a mandare in galera la gente non risolve il vero problema. Una giunta coerente dovrebbe voler sapere e voler fare di tutto per facilitare il benessere della comunità, renderle il controllo per autocontrollarsi, darle la possibilità per curarsi da sè se c'è un problema. L'uso del conflitto con il problema da parte di coloro che dovrebbero risolverlo non porta a nient'altro che alla diffidenza, alla mancanza di fiducia e alla perdita di credibilità. L'uso e l'abuso di alcool e di sostanze di qualsiasi tipo sono la manifestazione di una debolezza delle persone interessate ma anche della comunità intera se questa non fa nulla per eliminare il problema. Questo dev'essere chiaro. E' troppo facile lamentarsi dal divano di casa propria, l'eco delle lagne della Monfalcone bene. Che si tratti di ingenuità o di inganno, il problema è grave e la responsabilità è di tutti. E' necessaria una presa di coscienza comune che ribalti l'idea del cittadino attivo solo in periodo elettorale, e allo stesso tempo è necessario da parte dei politici un'assunzione di responsabilità nei confronti del benessere dei cittadini piuttosto che nei confronti delle prossime elezioni. Inutile quindi tentare ancora una volta di gettare fumo in faccia alla popolazione cercando, parafrasando una bellissima canzone di Lucio Battisti, di arginare il mare con uno scoglio.

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