sabato 6 aprile 2013

"Al lupo"


Il cameriere conduce cortesemente i clienti al loro tavolo. “Va bene qui? O forse è meglio qui?”. I quattro si scambiano uno sguardo d’intesa “Meglio qui, grazie” e si siedono in un tavolo da cinque. Il ristorante l’ha scelto Marco, come sempre. L’unico requisito che deve avere, a parere di tutti, è che sia abbastanza di lusso, tranne i prezzi. Accanto a loro una coppia di giovani innamorati sta finendo di mangiare, mentre un anziano malinconico sorseggia un calice di vino rosso all’angolo, con sguardo ieratico. “Mi scusi, il bagno dov’è?” chiede Lorenzo al giovane cameriere effeminato “In fondo a destra, scenda le scale, dritto davanti a Lei” “Grazie mille” e si alza con un piccolo scatto, dirigendosi verso la toilette. “Insomma, avete sentito?” esordisce Filippo con piglio divertito “Lorenzo ha detto che si sposa, ma ci credete? Io personalmente no, ma l’avete vista quella? Secondo me è finta come una bambola”. Gli altri due si guardano divertiti “Secondo me gli vuole spillare tutti i soldi” dice Marco, “E’ capitato a più di qualcuno, grande amore grande amore, e poi scappano con i soldi,magari alle Maldive.” “Io tutti ‘sti soldi Lorenzo non credo nemmeno ce li abbia, no? Insomma ok, l’autosalone e tutto, ma non ha pagato la cena nemmeno alla sua laurea…” dice Matteo con tono seccato, quasi distratto. “Ce li ha, ce li ha, i suoi sono pieni fino alle orecchie, credimi” risponde sicuro Marco. “Sarà, ma a me sembra piuttosto che lei sia una di quelle poco serie, a cui piace dormire un giorno qua, un giorno là.” Ribatte Matteo, chiudendo velocemente il discorso, poiché Lorenzo era ormai a pochi passi dal tavolo, di ritorno dal bagno. “Insomma, che si dice? Bello questo posto, il bagno è una figata, dovete andarci! Pulito e profumato, bella scelta Marco” “Davvero?” risponde Filippo “Beh, un salto io lo faccio, me la sto facendo addosso” e si alza tempestivamente. “Che vi avevo detto? Filippo è ingrassato o no come un bue? Guardate che pancia!” esclama Lorenzo. “C’ha pure il doppiomento!” dice Matteo, e tutti tre scoppiano a ridere. “Meno male che la salute era importante, la piscina, la corsa, la bicicletta, ma da quando lavora seriamente, che fatica muovere le chiappe eh?” . Marco alza improvvisamente un braccio  “Cameriere, un litro di vino rosso e uno di bianco, grazie, il mangiare vediamo poi, quando il ragazzo torna dal bagno, grazie!” “Il ragazzo? Sembra abbia quarant’anni dai” continua sugli stessi toni Matteo, facendo palesemente divertire gli altri due. “Cambiamo discorso dai, la partita l’avete vista ieri?” dice Marco, improvvisamente ricomposto, con il cellulare in mano e intento a scrivere un sms. “Che batosta la partita!” urla Filippo di ritorno dal bagno “4-0 senza storie!”.  Il cameriere porta il vino e alcune pagnotte di pane in tavola, i quattro approfittano della sua presenza per ordinare il pranzo. Un antipasto per tutti, un primo a testa, e un secondo solo per Filippo. Gli altri tre si scambiano un’occhiata divertita, e iniziano a sorseggiare il vino dal loro calice. Marco lo vuota in un solo sorso, e se ne riempie un altro. Improvvisamente gli squilla il cellulare “Scusate” dice piano mentre sguscia fuori dal tavolo e si allontana un poco prima di rispondere, premendosi l’orecchio con l’indice. “Avete visto con che velocità ha vuotato il suo bicchiere?” dice immediatamente Matteo “Accidenti!” risponde Filippo “Ma dico io, due litri doveva ordinare? Se fossi stato qua quando li ha ordinati gliel’avrei impedito, insomma non è solo per il fatto che poi se ne va in giro ubriaco, ma la salute, la salute è importante ragazzi!” “Si, si va bene è importante, ma come fai a lavorare ubriaco il pomeriggio? Io già con un bicchiere so che non combinerò niente pomeriggio, mi butto sul divano e via…” ribatte Matteo. “Si pure io, bevo un bicchiere e basta, se no poi Claudia non mi parla per tutto il giorno, sapete da quando sto con lei..”  “Si, si, lo sappiamo… Lorenzo, lo sappiamo” dicono gli altri due assieme tagliando corto ed evitando bene di incrociare gli sguardi. Intanto Marco riprende il suo posto, vuota ancora il bicchiere in un sol sorso e se ne riempie un altro. “Scusate era mia moglie, ultimamente è un periodaccio… non mi lascia un secondo di calma, poi con il problema della piccola…” “Non preoccuparti, non ti devi scusare con noi, comunque per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di noi” dice con tono sommesso Filippo. “Grazie ragazzi, non è sempre facile affrontare i problemi, le preoccupazioni. Ogni tanto penso a quanto terribile dev’essere non avere qualcuno su cui si può contare veramente, qualcuno che non ti volta le spalle appena ti allontani, qualcuno che, nonostante i difetti ti apprezza per quello che sei veramente. Non so proprio come farei senza di voi!”. Probabilmente a causa del secondo bicchiere di vino trangugiato a stomaco vuoto, o da un lampo di intima sincerità, Marco si era lasciato andare in questa sorta di elogio agli amici, i quali, un po’ imbarazzati e stupiti non seppero che dire. Improvvisamente Filippo riesce a cambiare discorso e a focalizzare l’attenzione su una partita che veniva trasmessa nella saletta adiacente a cui si trovavano. Lorenzo e Matteo, invero non troppo abilmente, dandogli corda iniziano un discorso zoppicante sul calcio, distogliendo definitivamente l’attenzione sul discorso dell’amico, ormai decisamente alticcio e sconfortato.
Fortunatamente poi il cameriere porta le pietanze, e i discorsi riniziano a sgorgare spontanei dalle bocche piene e semipiene dei quattro uomini. Una volta finito di mangiare, Matteo finge di dirigersi verso il bagno per poi rivolgersi alla cassa per pagare il conto. Filippo e Marco, una volta scopertolo, protestano energicamente mentre Lorenzo finge solo di farlo, poiché era accaduto proprio quello che sperava. Usciti dal ristorante, decidono di fare quattro passi sul lungomare, e Matteo, dopo pochi istanti prende subito parola dicendo: “Sapete, stavo ripensando a quello che hai detto prima, Marco. Alla difficoltà di affrontare i problemi, le preoccupazioni; alla necessità di avere un appoggio, un sostegno su cui contare. Io molte volte mi sento al contrario solo, così solo che non riuscirei mai a pronunciare  un discorso simile. Spesso avverto una tale tristezza, una tale malinconia nelle persone e negli oggetti che mi circondando, che non posso non articolare pensieri cinici e pessimistici,  sul mondo e sulla vita. Ogni tanto mi sento addirittura come quel tale che gridava “Al lupo! Al lupo!”, ma che in realtà non lo aveva avvistato, e che poi, la volta in cui lo avvistò e gridò “Al lupo!”,  nessuno gli credette e finirono tutti sbranati. Capite ciò che intendo?” In quel momento gira lo sguardo verso i suoi amici. Filippo ha le cuffie agli orecchi e segue  in modo trasognato la partita per radio, Marco ha in mano il cellulare e scrive un sms con sguardo inebetito, Lorenzo, con le mani in tasca fischietta e guarda altrove, verso alcune ragazze che corrono sulla spiaggia, poi si gira e guarda Matteo con tono mal celatamente interessato “Scusa… dicevi?” “Niente” risponde Matteo, “Niente…”

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