giovedì 9 agosto 2012

Un altro mare





"Qual è il tuo libro preferito?". La fatidica domanda prima o poi arriva. Ogni qual volta mi capita di essere interrogato in questo modo la mia mente pare un deserto arido: vuota, quasi come se non avessi mai letto un libro. Il mio libro preferito? Ma... ehm... ecco io...
Chiaramente io ritengo non si possa avere un libro preferito in particolare, né un film o un piatto. Ci sono però alcuni titoli che salvano la vita. Che nel deserto della mente appaiono quasi come un'oasi salvifica. Uno di questi è certamente "Un altro mare" di Claudio Magris, un libriccino di poche pagine che racchiude in sé decine di citazioni colte e altrettante espressioni popolari. Che alterna un linguaggio finemente poetico ad uno più dimesso, informale. Nel libro è sì narrata una storia, ma in essa gli episodi storici o fisici non sono il fulcro dell'azione, è infatti sempre sotteso qualcosa di diverso, quasi magico. Il protagonista della storia non è un eroe né un inetto. E' esattamente chi fu, con i suoi difetti e pregi.
"Un altro mare" ti lascia qualcosa che necessita un accurato lavoro di scavo per poter essere compresa fino in fondo, scavo dentro te stesso e dentro il mondo. Io, a 21 anni non posso certo dire di aver trovato quel qualcosa. Intanto scavo, magari un giorno ci incontreremo alla fine del tunnel.

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