Sabato
11 Febbraio : La vita
Arrivai
a quel venerdì completamente denaturalizzato. Il cammino di quei
giorni attraverso la mente accidentata di quel ragazzo mi aveva
permesso di ripoggiare i piedi sulla strada che attraversava la mia.
Quella mattina le nuvole coprivano il cielo. La sveglia forse aveva
suonato, forse no. Non l'avevo sentita o comunque non le avevo dato
ascolto. Mi alzai senza guardare l'orologio e, camminando verso la
cucina con l'obiettivo scontato del solito caffè, mi accorsi che i
miei movimenti erano rallentati. La velocità e la frenesia sono un
cattivo sintomo, come le ripetizioni. Ci ho fatto caso più volte da
quel momento: le persone che abitano in sè, che sono sicure di sè,
si muovono più lentamente delle altre. Penso che questo accada
perchè non hanno più paura del tempo. Se si smette di camminare sul
sentiero della vita insegnuendo una proiezione di noi stessi,
irrangiungibile e girata di spalle, il tempo non è più un problema.
La prospettiva longitudinale del vedere noi stessi proiettati in
avanti ci distrae. Ci deruba del nostro presente, del nostro tempo.
Bisognerebbe preoccuparsi di allargare la vita piuttosto che
allungarla. Ora capisco chi lo sosteneva. Guardarsi attorno ci pone
di fronte all'essenza del rischio. L'essenza del rischio che per
l'uomo altro non è che un esigenza. La ripetizione ci mette al
sicuro, i comportamenti circolari, compulsivi sono una facile via
d'uscita ma il cambiamento è l'unica via per la felicità. Il salto
nel vuoto. La nostra volontà è fuori dal nostro controllo, questo
ormai mi è chiaro. E' qualcosa che ci supera, viene da quelcun'altro
che abita dentro noi stessi. Il brivido della novità, dell'assenza
di sicurezza, è capace di far battere i nostri cuori arrugginiti, di
farci riassaporarte la libertà del nostro poter sceglierci. Le
possibilità sono infinte. Le regole possono essere infrante senza
che nessuno ci lasci le penne, anzi. La paura per molte persone, ed è
stato così anche per me, è l'unico sentimento possibile. Anche
l'amore era diventato paura ad un certo punto. Ma se la vita è solo
paura allora come si può biasimare chi tenta di distruggerla, chi
coscientamente corre a tutta velocità sulla strada
dell'autodistruzione. Alla luce del sole, prendersi a sberle
sorridendo. Alcuni hanno persino elaborato focose teorie che
sostengono che sia giusto così, che sia inevitabile, che si vive una
volta sola, che vent'anni si hanno una volta sola nella vita. Una
volta sola. In tre parole , ora lo capisco, ammettere di essere
schiavi della morte. Vivere essendo già morti, pensando solo alla
morte e tentando, inutilmente, di sfuggirvi. Paradossale come chi non
creda nella morte, chi si ostina a non crederci, alla fine si suicida
lentamente estendendo la sua fine a tutta l'esistenza. La
televisione, e chi c'è dietro di lei, ci ha promesso un futuro
splendente, esagerato, senza limiti. Un paradiso sulla terra, un
godimento eterno e infinito. L'ha chiamato felicità e ci ha fottuto
tutti. Tutto ciò è irrangiungibile per la stessa natura dell'uomo.
É una falsa promessa e ci ha reso tutti schiavi. La rincorsa verso
un qualcosa di meglio, di quel qualcosa che forse arriverà domani, è
una falsa speranza. É un inganno. É il miglior modo per tenerci in
trappola, legati al circolo vizioso del capitalismo, dell'amore per
l'oggetto. Tutto questo ci sta distraendo dalla verità, dalla
bellezza del mondo, dall'incantevole sorriso di una donna, gli occhi
di un bambino, la potenza di una cascata, il suono enorme di un
tuono, la forza di un albero e la delicatezza di un filo d'erba,
dalle parole di conforto, dagl'amici veri, dai fratelli, dalle madri
e dai padri. Molto spesso tutto quello che ci serve è già attorno a
noi, il resto bisogna andare a scoprirselo. Andare più in là,
guardare oltre, toccare con mano liberandosi da quelle che sono,
praticamente tutte, paure infondate.Constatare certe cose ti fa
capire di essere cambiato, ti fa capire che ti stai guardando da
un'altra prospettiva.
Mi
colpì il fatto che non mi sentivo poi troppo diverso. Feci qualche
passo per guardarmi allo specchio, vi trovai la solita faccia. Mi
accorsi che ci stavo davanti ma non guardavo la mia immagine
riflessa, guardavo la finestra, anch'essa riflessa, dietro le mie
spalle. La mia figura non m'interessava poi molto, il resto sì. Il
resto era un mistero.
Sospeso
in quello stato di estasi terrena decisi di fare una passeggiata nel
parco. Arrivato nel solito piazzale lo trovai deserto. La panchina
nella sua triste solitudine sembrava godersi l'ombra dei cipressi,
incurante della mia gioia. Il vento sovviava leggero e il vapore del
mio respiro fuggiva veloce abbracciandolo. I rami verticali si
accarezzavano tra loro facendo miagolare i colombi commossi. Il
cemento dei vialetti tratteneva per sè un po' di calore per darlo ai
gatti che, stanchi, si rotolavano sul suo addome. Quando le nuvole si
addensarono decisi di prendere la pioggia, e di portarla via. Da
sotto due improbabili ombrelli due ragazzini delle medie ridevano
convinti, ondeggiando i loro ditini verso me che, fradicio, sorridevo
alla vita.
Domenica
12 Febbraio : Conclusione
Mi
alzai rilassato, voglioso di uscire. Decisi di fare un ultimo
tentativo al parco. Speravo di poter salutare quel ragazzo che tanto
era significato per me. Mi gettai addosso qualche indumento a caso e
scesi in strada. Arrivato nel piazzale non trovai nessuno. Cominciavo
a pensare che forse quell'eccentrico ragazzo non era nient'altro che
una proiezione della mia mente quando mi sentii toccare sulla spalla
destra. Mi girai e lo vidi, di fronte a me, sorridente e calmo. Mi
disse:
"Spero
di esserti stato d'aiuto, amico."
Feci
per rispondere ma sentii un miliardo di parole che,
contemporaneamente, lottavano per aggiudicarsi il posto in pole
position del mio discorso, vinse un "sì" seguito a ruota
da un "grazie".
Mi
sorrise ancora una volta come per ringraziarmi a sua volta. Lessi nel
suo sguardo un accento di libertà che aveva il colore del nuovo.
Raccolsi la mie emozione da terra e cercai tra queste il coraggio di
aggiungere un'ultima domanda :
"Che
farai adesso?"
"Mi
riposerò un po', oggi è domenica."
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