Il
cameriere conduce cortesemente i clienti al loro tavolo. “Va bene qui? O forse
è meglio qui?”. I quattro si scambiano uno sguardo d’intesa “Meglio qui,
grazie” e si siedono in un tavolo da cinque. Il ristorante l’ha scelto Marco,
come sempre. L’unico requisito che deve avere, a parere di tutti, è che sia
abbastanza di lusso, tranne i prezzi. Accanto a loro una coppia di giovani
innamorati sta finendo di mangiare, mentre un anziano malinconico sorseggia un
calice di vino rosso all’angolo, con sguardo ieratico. “Mi scusi, il bagno
dov’è?” chiede Lorenzo al giovane cameriere effeminato “In fondo a destra,
scenda le scale, dritto davanti a Lei” “Grazie mille” e si alza con un piccolo
scatto, dirigendosi verso la toilette. “Insomma, avete sentito?” esordisce Filippo
con piglio divertito “Lorenzo ha detto che si sposa, ma ci credete? Io
personalmente no, ma l’avete vista quella? Secondo me è finta come una
bambola”. Gli altri due si guardano divertiti “Secondo me gli vuole spillare
tutti i soldi” dice Marco, “E’ capitato a più di qualcuno, grande amore grande
amore, e poi scappano con i soldi,magari alle Maldive.” “Io tutti ‘sti soldi
Lorenzo non credo nemmeno ce li abbia, no? Insomma ok, l’autosalone e tutto, ma
non ha pagato la cena nemmeno alla sua laurea…” dice Matteo con tono seccato,
quasi distratto. “Ce li ha, ce li ha, i suoi sono pieni fino alle orecchie,
credimi” risponde sicuro Marco. “Sarà, ma a me sembra piuttosto che lei sia una
di quelle poco serie, a cui piace dormire un giorno qua, un giorno là.” Ribatte
Matteo, chiudendo velocemente il discorso, poiché Lorenzo era ormai a pochi
passi dal tavolo, di ritorno dal bagno. “Insomma, che si dice? Bello questo
posto, il bagno è una figata, dovete andarci! Pulito e profumato, bella scelta
Marco” “Davvero?” risponde Filippo “Beh, un salto io lo faccio, me la sto
facendo addosso” e si alza tempestivamente. “Che vi avevo detto? Filippo è
ingrassato o no come un bue? Guardate che pancia!” esclama Lorenzo. “C’ha pure
il doppiomento!” dice Matteo, e tutti tre scoppiano a ridere. “Meno male che la
salute era importante, la piscina, la corsa, la bicicletta, ma da quando lavora
seriamente, che fatica muovere le chiappe eh?” . Marco alza improvvisamente un
braccio “Cameriere, un litro di vino
rosso e uno di bianco, grazie, il mangiare vediamo poi, quando il ragazzo torna
dal bagno, grazie!” “Il ragazzo? Sembra abbia quarant’anni dai” continua sugli
stessi toni Matteo, facendo palesemente divertire gli altri due. “Cambiamo
discorso dai, la partita l’avete vista ieri?” dice Marco, improvvisamente
ricomposto, con il cellulare in mano e intento a scrivere un sms. “Che batosta
la partita!” urla Filippo di ritorno dal bagno “4-0 senza storie!”. Il cameriere porta il vino e alcune pagnotte
di pane in tavola, i quattro approfittano della sua presenza per ordinare il
pranzo. Un antipasto per tutti, un primo a testa, e un secondo solo per
Filippo. Gli altri tre si scambiano un’occhiata divertita, e iniziano a
sorseggiare il vino dal loro calice. Marco lo vuota in un solo sorso, e se ne
riempie un altro. Improvvisamente gli squilla il cellulare “Scusate” dice piano
mentre sguscia fuori dal tavolo e si allontana un poco prima di rispondere,
premendosi l’orecchio con l’indice. “Avete visto con che velocità ha vuotato il
suo bicchiere?” dice immediatamente Matteo “Accidenti!” risponde Filippo “Ma
dico io, due litri doveva ordinare? Se fossi stato qua quando li ha ordinati
gliel’avrei impedito, insomma non è solo per il fatto che poi se ne va in giro
ubriaco, ma la salute, la salute è importante ragazzi!” “Si, si va bene è
importante, ma come fai a lavorare ubriaco il pomeriggio? Io già con un
bicchiere so che non combinerò niente pomeriggio, mi butto sul divano e via…”
ribatte Matteo. “Si pure io, bevo un bicchiere e basta, se no poi Claudia non
mi parla per tutto il giorno, sapete da quando sto con lei..” “Si, si, lo sappiamo… Lorenzo, lo sappiamo”
dicono gli altri due assieme tagliando corto ed evitando bene di incrociare gli
sguardi. Intanto Marco riprende il suo posto, vuota ancora il bicchiere in un sol sorso e se ne riempie un altro.
“Scusate era mia moglie, ultimamente è un periodaccio… non mi lascia un secondo
di calma, poi con il problema della piccola…” “Non preoccuparti, non ti devi
scusare con noi, comunque per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di noi” dice
con tono sommesso Filippo. “Grazie ragazzi, non è sempre facile affrontare i
problemi, le preoccupazioni. Ogni tanto penso a quanto terribile dev’essere non
avere qualcuno su cui si può contare veramente, qualcuno che non ti volta le
spalle appena ti allontani, qualcuno che, nonostante i difetti ti apprezza per
quello che sei veramente. Non so proprio come farei senza di voi!”.
Probabilmente a causa del secondo bicchiere di vino trangugiato a stomaco
vuoto, o da un lampo di intima sincerità, Marco si era lasciato andare in
questa sorta di elogio agli amici, i quali, un po’ imbarazzati e stupiti non
seppero che dire. Improvvisamente Filippo riesce a cambiare discorso e a
focalizzare l’attenzione su una partita che veniva trasmessa nella saletta
adiacente a cui si trovavano. Lorenzo e Matteo, invero non troppo abilmente,
dandogli corda iniziano un discorso zoppicante sul calcio, distogliendo
definitivamente l’attenzione sul discorso dell’amico, ormai decisamente
alticcio e sconfortato.
Fortunatamente
poi il cameriere porta le pietanze, e i discorsi riniziano a sgorgare spontanei
dalle bocche piene e semipiene dei quattro uomini. Una volta finito di
mangiare, Matteo finge di dirigersi verso il bagno per poi rivolgersi alla
cassa per pagare il conto. Filippo e Marco, una volta scopertolo, protestano
energicamente mentre Lorenzo finge solo di farlo, poiché era accaduto proprio
quello che sperava. Usciti dal ristorante, decidono di fare quattro passi sul
lungomare, e Matteo, dopo pochi istanti prende subito parola dicendo: “Sapete,
stavo ripensando a quello che hai detto prima, Marco. Alla difficoltà di
affrontare i problemi, le preoccupazioni; alla necessità di avere un appoggio,
un sostegno su cui contare. Io molte volte mi sento al contrario solo, così
solo che non riuscirei mai a pronunciare
un discorso simile. Spesso avverto una tale tristezza, una tale
malinconia nelle persone e negli oggetti che mi circondando, che non posso non
articolare pensieri cinici e pessimistici,
sul mondo e sulla vita. Ogni tanto mi sento addirittura come quel tale
che gridava “Al lupo! Al lupo!”, ma che in realtà non lo aveva avvistato, e che
poi, la volta in cui lo avvistò e gridò “Al lupo!”, nessuno gli credette e finirono tutti
sbranati. Capite ciò che intendo?” In quel momento gira lo sguardo verso i suoi
amici. Filippo ha le cuffie agli orecchi e segue in modo trasognato la partita per radio,
Marco ha in mano il cellulare e scrive un sms con sguardo inebetito, Lorenzo,
con le mani in tasca fischietta e guarda altrove, verso alcune ragazze che
corrono sulla spiaggia, poi si gira e guarda Matteo con tono mal celatamente
interessato “Scusa… dicevi?” “Niente” risponde Matteo, “Niente…”
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