ZZZ..ZZZ …ZZZ.
La mosca sbatte contro il vetro. Incessantemente, sbatte, si stordisce, sbatte
ancora. E ancora. Al di là del vetro, il sole, l’aria fresca. Stupido vetro! Ad
ogni carica assapora l’odore dell’erba e la libertà dell’aria, poi frange
ancora contro la lastra trasparente.
In alto,
nell’angolo, il ragno paziente tesse la sua ragnatela , lentamente. La mosca,
tentando di superare l’ostacolo trasparente cade inesorabilmente in trappola. Si
dimena, scuote le ali con forza. La mosca è testarda e non smette di dimenarsi.
Il ragno, immobile, si gusta lo spettacolo e attende. Si avvicina ridente ad
essa, lascia che si stanchi, che si sfinisca. Poi la ricopre con la ragnatela,
e se la divora.
Guardando
questo spettacolo mi venne un paragone, una metafora azzeccata in mente, poi mi
resi conto che avevo fame, e non ci pensai più.
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