Il portovecchio di Trieste ha sempre esercitato un certo fascino su di me. Sono da sempre rimasto incantato guardandolo scorrere sulla destra dei binari, arrivando in città con il treno. Sarà per la mia ossessione verso gli edifici disabitati e decaduti, sarà per la quiete non reale che lo pervade. Mi sono aggirato per le sue poche strade percorribili e la sua potenza fisica mi ha intrappolato, stregato. Non ho minimamente idea di che fine farà, cosa diventerà o come sarà "riqualificato", io intimamente spero che rimanga così. Un'oasi deserta nel bel mezzo della città.
Lo Spettatore Triestino, è un blog non letterario, non filosofico, non storico, non scientifico, non artistico. Lo scopo che si prefigge è quello di dilettare i pochi che leggeranno, senza la pretesa di essere utile o interessante, credendo fermamente come disse qualcuno, che il dilettevole sia più utile che l'utile.
mercoledì 15 maggio 2013
lunedì 6 maggio 2013
Il futuro è lontano
Sento i rumori che danno sul porto,
aldilà dell'Isonzo; verso un luogo sicuro
dell'Io.
Il futuro è lontano.
Suona l'eco del vento in gennaio
all'Università i rimorsi da perdere,
la strenua lotta del parlarsi in silenzio,
dei discorsi finti e le maschere.
Si fotta la gente
e il suo giudizio inesistente,
l'eremita codardo che piange il suo ricordo
nel freddo di una grotta buia.
Ho visto menti sospese nel non vivere,
la droga per darsi delle spiegazioni,
inesistenti anche loro. Ho provato il non dolore
del non essere, il sapore del potere insipido,
il profumo del soldo fallico, il cane del vicino
sempre più costoso del mio.
Il futuro è vicino,
come le parole di quell'Enrico in fuga,
sono una certezza sibilante:
"chi vive domani è già morto"
Iscriviti a:
Post (Atom)